È un bene o un male che una manifestazione fieristica sia molto vasta?

Torno a parlare di fiere perché pochi giorni fa si è chiusa l’edizione 2015 di MECSPE con 31.625 visitatori. In crescita quindi – secondo i dati diffusi dagli organizzatori – del 12% rispetto allo scorso anno.
La nostra impressione generale è stata buona e, come ho già detto qualche settimana fa, credo che il suo principale punto di forza sia stata proprio la concomitanza di diverse aree tematiche fortemente specializzate.

Anche la tedesca Hannover Messe, in programma dal 13 al 17 aprile prossimo, ha un’impostazione simile a quella di MECSPE. Ormai diventata una vera e propria istituzione dedicata alle tecnologie per l’industria, questa fiera è una sorta di contenitore che raccoglie dieci diverse manifestazioni (alcune delle quali con cadenza biennale): Industrial automation; Motion, Drove &Automotion (Mda); Energy; Wind; Mobiltec; Digital factory; ComVac; Industrial Supply; Surface Technology; Research &Technology.

In qualità di rappresentante di un’azienda che ha partecipato a entrambe le manifestazioni, ho notato una differenza di fondo tra Hannover Messe e MECSPE, che mi ha portato a fare delle riflessioni poi sfociate nello scegliere di continuare a partecipare alla fiera italiana, accantonando (almeno per ora) quella tedesca.
La mia impressione è infatti quella che Hannover Messe, pur essendo un importante punto di riferimento per il settore della meccanica (e questo è innegabile!), sia diventata ultimamente una manifestazione un po’ troppo vasta. Basti pensare, ad esempio, al numero di espositori che quest’anno saranno circa 6mila, molti dei quali ovviamente e inevitabilmente in concorrenza fra loro. Questo a mio avviso non è positivo non solo per l’espositore, ma anche e soprattutto per il visitatore che, una volta giunto in fiera, si trova davanti decine e decine di aziende che gli presentano prodotti simili (se non identici) fra loro.

Quindi mi sono domandato: che impressione può ricavarne un utente che visita una manifestazione così vasta? Secondo me di grande confusione. Come fa a capire in quali stand valga effettivamente la pena di fermarsi e in quali no? È ovvio che una scelta deve farla.
E, in ogni caso, quante informazioni può essere in grado di assimilare? Certamente un numero limitato ed è naturale che sia così.

Gli organizzatori di Hannover Messe si aspettano quest’anno 200mila visitatori provenienti da 100 Paesi. Un numero certamente interessante e che non passa inosservato. Ma quanto può essere efficace per un’impresa del settore prendere parte a un evento così vasto?
Quello che domando a voi è quindi questo: è meglio esporre e visitare una manifestazione con un numero limitato di espositori o viceversa? Quali sono, secondo voi, i pro e i contro di entrambi i casi?

Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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