Come stiamo affrontando l’emergenza Coronavirus in MICROingranaggi

L’emergenza sanitaria resta e gli economisti parlano inevitabilmente di una nuova recessione in arrivo. Cosa fare allora? Io credo che la strada migliore da seguire sia quella di vivere alla giornata, cercando di affrontare i problemi man mano che si presentano, possibilmente senza sottovalutarli, ma neppure sovrastimarli

Coronavirus, 14esimo giorno dal primo allarme. I giorni passano, l’emergenza sanitaria resta e gli economisti parlano inevitabilmente di una nuova recessione in arrivo.

Qualche giorno fa mi hanno chiesto come ci stiamo comportando in MICROingranaggi nelle ultime settimane.

Sinceramente in questo momento non stiamo facendo nulla di particolare per fronteggiare l’emergenza. Forse per scaramanzia, sperando che i blocchi finiscano questa settimana e si possa riprendere al 100%.

E poi anche perché io credo che in questo preciso momento, in cui è molto difficile fare previsioni e dove ci sono buone probabilità (almeno si spera) che i provvedimenti presi siano sproporzionati in funzione della gravità, in termini di conseguenze e non di rapidità di diffusione, che la malattia sta avendo, la strada migliore da seguire sia quella di

vivere alla giornata, cercando di affrontare i problemi man mano che si presentano, possibilmente senza sottovalutarli, ma neppure sovrastimarli.

E poi dobbiamo considerare che per un’azienda di produzione come MICROingranaggi è molto difficile adottare contromisure in tempi brevi e che non siano controproducenti.
Il Governo ha varato dei provvedimenti in supporto ai cittadini e alle imprese connesse all’emergenza, ma – come ho già scritto – difficilmente saranno sufficienti se la situazione non torna alla normalità in tempi brevi.

Come ho scritto la settimana scorsa, sono convinto che in molti altri paesi – per una scelta prettamente politico-sanitaria – non vengano fatti tutti i controlli effettuati dall’Italia negli ultimi giorni e che sia questa la ragione per cui – a differenza che altrove – da noi il numero dei contagiati è esploso. Perciò, ribadisco che

è davvero triste vedere che non ci sia una strategia politico-sanitaria condivisa a livello di Unione europea.

Sarà quindi solo il tempo a decretare chi aveva ragione e chi ha fatto le scelte migliori.

Personalmente ritengo che il virus continuerà a diffondersi rapidamente, ma che forse – a un certo punto – sarà “sdemonizzato” e quasi associato a una normale influenza, per passare pian piano inosservato fino a che un decesso per polmonite verrà definito come deve essere: un decesso da polmonite e non da Coronavirus.

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